Chi Sono

Vuoi conoscere in poche righe la mia storia? Non ti annoierò con un elenco dei titoli e delle lauree che ho ottenuto nel corso degli anni (anche se ne accennerò e sono la base per decidere se affidare il tuo bambino alle mie cure).

Voglio invece soffermarmi su aspetti meno considerati, su piccoli dettagli di cui i medici non parlano in sede di visita, ma che possono essere importanti per conoscere meglio la persona che visiterà tuo figlio.

Un bambino pieno di energia e molto curioso

Sono nato a Trento nel 1982 da papà dirigente aziendale e mamma casalinga. Da piccolo, sono stato un bambino pieno di energia e molto curioso (un po’ indisciplinato per la cultura del tempo); lo studio non era certamente il mio principale interesse e sono sempre stato molto attivo: praticavo pallavolo, sci, mountain bike kite surf ed altri sport.

Il mio rapporto con la scuola, alle medie e alle superiori, è sempre stato un po’ “difficile”, da classico studente studente intelligente ma che non “si applica”, tant’è che quando ho comunicato ai professori la volontà di iscrivermi alla Facoltà di Medicina, hanno sorriso con aria di sufficienza, come se non avessi possibilità di successo.

Gli anni dell’Università e della specializzazione

L’inizio degli studi universitari in effetti non è dei più facili, ma supero comunque il test d’ingresso. Le cose poi proseguono molto meglio: mi laureo in corso dopo 6 anni e nell’estate del 2009 entro nella scuola di specializzazione in Ortopedia e Traumatologia di Verona classificandomi primo al test d’ingresso.

Perché proprio Ortopedia? Scelgo Ortopedia perché sono attratto dalla natura “meccanica” della disciplina che permette di correggere le deformità dello scheletro e sistemare le fratture, in un certo senso “aggiustando” il corpo. Mi piace l’aspetto pratico e mi piace vedere la soluzione del problema che sto affrontando in tempo reale; mi piace che la soluzione venga direttamente dalle mie mani.

Durante il mio percorso di specializzazione, già dal primo anno, decido in autonomia di suddividere la mia giornata in una parte dedicata all’attività in ospedale (ove l’offerta formativa era piuttosto scarna) e una parte di almeno 2 ore al giorno dedicata allo studio dell’Ortopedia.

L’inizio di una grande passione

A Gennaio 2012 parto per New York dove frequento per 6 mesi la divisione di Ortopedia Pediatrica dell’Hospital for Special Surgery di New York.

A Luglio 2012 rientro in Italia e mi trasferisco all’Istituto Ortopedico Rizzoli dove mi specializzo, nel 2014, con 110\110 e lode e una tesi sperimentale in Ortopedia Pediatrica, che verrà successivamente pubblicata su un’importante rivista internazionale.

Il mio giro per il mondo non è però certo finito: a gennaio 2015, infatti, volo nuovamente oltreoceano e inizio una fellowship in Ortopedia e Traumatologia Pediatrica presso l’Hospital for Sick Children (sickkids) di Toronto, della durata di 1 anno.

In quella sede mi trovo a ricoprire una posizione operativa e con grande sforzo (la formazione italiana non è ottima come quella nord americana) mi adeguo agli standard richiesti e vedo le mie conoscenze specifiche della disciplina e le mie capacità chirurgiche incrementare esponenzialmente.

Avevo comprato un libro che era suddiviso in capitoli, ognuno dei quali dedicato a un distretto corporeo (spalla, gomito, anca, etc.) e al termine di ognuno dei capitoli c’era un piccolo paragrafo che si soffermava sulle patologie di quel distretto corporeo in età pediatrica.

Leggendo quel libro e quei paragrafi ho iniziato ad appassionarmi all’Ortopedia Pediatrica, che trovavo molto più interessante dell’Ortopedia dell’adulto.

Negli anni successivi ho scoperto che in realtà l’Ortopedia era di fatto nata come una disciplina pediatrica e che esisteva una comunità di Ortopedici Pediatrici sparsi nel mondo, oltre che alcuni reparti ospedalieri dedicati esclusivamente a questa disciplina.

Verona non aveva una realtà ortopedica pediatrica sviluppata e iniziai così a guardare ad altre realtà e all’estero: vinco, negli ultimi mesi del 2011, una borsa di studio di 3 mesi presso l’Ortopedia Pediatrica dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.

Il mio lavoro oggi

Verso il termine della mia fellowship canadese ricevo alcune offerte lavorative per rimanere all’estero ma scelgo di tornare in Italia per poter condividere ciò che ho imparato con i miei concittadini.

L’obiettivo iniziale era quello di tornare nella mia città, Trento, ma il sistema italiano è chiuso e non meritocratico e la vita si complica fin da subito.

Lavoro quindi in molti ospedali diversi confrontandomi con un sistema vecchio e resistente all’innovazione, legato a tradizioni ormai desuete e decisamente gerontocratico. Nonostante le difficoltà e le numerose delusioni lavorative stringo i denti, continuo ad aggiornarmi e a lavorare, mantengo i miei contatti internazionali e cambio lavoro quando mi accorgo che la situazione in cui sono è troppo deteriorata finché…

Finché, nell’Aprile 2021, si presenta finalmente l’occasione che stavo attendendo.

Di quale occasione parlo? Di un lavoro presso un ospedale pediatrico (il Buzzi di Milano) con un primario molto preparato e che vanta a sua volta grande esperienza internazionale, il Prof. Antonio Andreacchio.

Lavoro al Buzzi da Luglio 2021.

Ciò in cui credo

Il motivo che mi ha spinto ad andare avanti e a non volare via dall’Italia sono sempre stati i bambini: in loro vedo il futuro e quando noto che ricevono trattamenti non adeguati, che potenzialmente possono riflettersi negativamente sulla loro vita adulta, provo rabbia e frustrazione.

La mia mission è quella di fornire informazioni il più possibile adeguate e corrette e comprensibili ai genitori, in maniera che sappiano a chi rivolgersi quando il loro bambino presenta un problema.

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