La displasia dell’anca è una condizione che normalmente è asintomatica in età pediatrica, ma che se non correttamente diagnosticata e trattata porta a conseguenze debilitanti in età adulta, inclusa la necessità di sottoporsi ad impianto di protesi d’anca prima dei 50 anni.
Finché il bambino è in fase di crescita ogni atteggiamento viziato dello scheletro può essere trattato e corretto.
Ad ogni età corrispondono atteggiamenti normali (tipici dell’età) e viziati, quindi la cosa più importante è monitorare la crescita con visite regolari in maniera che un atteggiamento patologico possa essere corretto sul nascere invece che quando si è strutturato definitivamente.
Come è formata l’articolazione dell’anca?
L’articolazione dell’anca è composta da due componenti:
- Un’emisfera piena – la testa femorale
- Un’emisfera vuota – l’acetabolo, formato dall’unione di 3 ossa pelviche (ileo, pube e ischio)
Queste due componenti nell’articolazione sana sono saldamente unite dalla capsula articolare e la testa femorale si muove ben centrata nella cavità formata dall’acetabolo.
Nei bambini affetti da displasia dell’anca l’articolazione non si è formata normalmente: in particolare, la sfera formata dalla testa femorale non è saldamente ancorata nell’acetabolo e può lussarsi.
La displasia dell’anca si presenta più comunemente alla nascita, ma può svilupparsi anche nel corso del primo anno di vita.
Studi recenti mostrano i bambini che vengono fasciati durante i primi mesi di vita con le ginocchia estese sono ad alto rischio per lo sviluppo di displasia dell’anca, di conseguenza è importante una corretta educazione del genitore per capire quali siano i modi più sicuri di fasciare il neonato.
Il grado di instabilità dell’anca varia da paziente a paziente:
- Anca sublussabile: la situazione meno grave, la testa del femore è instabile ma non si lussa
- Anca lussabile: in questi casi la testa del femore si trova normalmente all’interno dell’acetabolo ma può essere lussata con una manovra specifica praticata dal medico.
- Anca lussata: Rappresenta il quadro più grave in cui la testa del femore giace al di fuori dell’acetabolo senza mai entrarvi in contatto.
L’incidenza di questa patologia varia a seconda della popolazione e della regione geografica, in Italia ne sono affetti circa 0,1-0,7% dei bambini sani.
Quali sono i fattori di rischio?
Esiste una predisposizione genetica per la displasia dell’anca, quindi non è raro trovare bambini affetti in cui è presente una storia famigliare di questo disturbo.
Colpisce più frequentemente il lato sinistro ma entrambe le anche possono esserne affette contemporaneamente, anche con livelli di gravità diversi.
I fattori di rischio sono:
- Sesso femminile
- Primogenita/o
- Presentazione podalica
- Familiarità
- Oligoidramnios (bassi livelli di liquido amniotico)
I sintomi
Soprattutto nei quadri più sfumati di displasia il bambino può essere completamente asintomatico.
È necessaria una valutazione da parte dell’Ortopedico Pediatrico se il neonato presenta:
- Arti inferiori di lunghezza differente
- Asimmetria delle pieghe cutanee
- Asimmetria di mobilità e flessibilità delle anche
- Nel bambino più grande: zoppia, deambulazione sulle punte dei piedi, andatura instabile
Altre patologie di cui mi occupo
Forse non sai che non mi occupo solo di displasia congenita dell’anca, ma anche di altre patologie ortopediche pediatriche come:
Sono tanti i segnali che possono destare preoccupazione in un genitore.
- Deambulazione a punte in dentro
- Sinovite transitoria dell’anca
- Dismetria degli arti inferiori (arti di lunghezza differente)
- Piede torto
- Piede piatto
- Scoliosi
- Traumi
Se pensi che questi segnali riguardino l’apparato muscolo-scheletrico o se il Pediatra ti ha consigliato una visita approfondita con un medico esperto, non aspettare: contattami
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Dott. Alessandro Martinelli
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